All’inizio del mio percorso lavorativo, oltre trent’anni fa, mi capitava di sentire pronunciare la frase:
tutti sono utili, nessuno è indispensabile.
Allora ero molto giovane ma avevo già radici forti e un buon contatto con la mia essenza e questa frase risuonava in modo stonato, ancora non ne capivo il motivo, la risposta l’ho trovata molti anni dopo. Un luogo comune, uno slogan aggressivo, in linea con una società (quella degli anni ‘90) in cui tutto sembrava possibile. Tante piccole realtà lavorative avevano possibilità di crescere, per poter fare carriera era necessario essere perfetti e disponibili; le donne giovani e senza figli non avevano chance, erano potenzialmente ‘inaffidabili’.
Quella frase d’effetto, buttata a caso per devalorizzare il malcapitato di turno e pronunciata da un leader, non poteva che produrre effetti a distanza di tempo.
Penso che quel tipo di società, così impostata, non potesse durare a lungo e oggi ne vediamo le conseguenze.
Oggi so che esiste un legame invisibile che accomuna tutti gli esseri e che ognuno sia necessario, importante e funzionale per la vita nell’universo. Ognuno con le sue caratteristiche uniche.
Esiste anche un equilibrio per tenere in essere questo legame e se qualcuno si pone in una condizione di ‘superiorità’ pensando che siano tutte fantasie e facendo finta che non esista, crea uno strappo a questo legame.
Le conseguenze sono istantaneamente percepibili intorno alla sfera personale e, in maniera più estesa, alla società immediatamente più vicina e poi agli altri esseri.
La frase d’effetto che mi viene adesso è:
siamo distinti ma non separati.
Il vero leader della società odierna, l’imprenditore di successo, deve saper valorizzare la sua impresa. La sua impresa è fatta anche da una risorsa umana.